giovedì 9 febbraio 2023

Giulio Cesare Vanini


 

Giulio Cesare Vanini. - Filosofo (Taurisano, Lecce, 1585 - Tolosa 1619). 

 


Entrato nell'ordine dei carmelitani a Napoli (1603), girovagò, col confratello Giovanni Maria Ginocchio, per i paesi riformati e quindi, insieme con lui, si convertì all'anglicanesimo (1612).

 Sospetto agli anglicani per il suo spirito ribelle e "libertino", tornò al cattolicesimo e ottenne l'autorizzazione a pubblicare l'"Amphitheatrum Aeternae Providentiae divino-magicumchristiano-physicumnecnon astrologo-catholicumadversus veteres philosophosatheos epicureosperipateticos et stoicos" (1615) e l'anno dopo i dialoghi "De admirandis naturae reginae deaeque mortalium arcanis"

Quest'ultima opera, edita da stampatore non cattolico, attirò forti sospetti su Vanini, in un'epoca in cui era ormai aperta, in Francia, la lotta ai "libertini". Vanini si spostò, sotto falso nome, da Parigi a Tolosa, dove fu arrestato a seguito di una denuncia anonima e, dopo un processo durato oltre sei mesi, condannato, come bestemmiatore e ateo, al taglio della lingua e al rogo. Esaltato come libero pensatore, detestato come ateo, annoverato fra gli scettici e fra i "libertini", Vanini, utilizzando ampiamente il pensiero di P. Pomponazzi, N. Machiavelli, G. Cardano e G.C. Scaligero, sviluppò un razionalismo radicale di stampo materialistico e meccanicistico in cui non c'è spazio per il soprannaturale della tradizione cristiana e dove le religioni sono ricondotte a origini politiche come creazioni delle classi dominanti.

«Quanto a Dio non credo affatto che esista; quanto al Re non l’ho mai offeso; e quanto alla giustizia, che i diavoli, se ce ne sono, la mandino in rovina.» 

 

Fonti: Enciclopedia Treccani

domenica 5 febbraio 2023

I ventisei martiri del Giappone


 
 

Il 15 agosto 1549 i gesuiti san Francesco Saverio, Cosme de Torres e Giovanni Fernandez arrivarono a Kagoshima dalla Spagna, con l'intento di evangelizzare il Giappone.

Il 29 settembre successivo, Francesco Saverio incontrò Shimazu Takahisa, il daimo di Kagoshima, per chiedergli se poteva creare la prima missione cattolica in Giappone entro i suoi domini, Takahisa acconsentì, garantendogli anche di proteggere i missionari gesuiti (poi, in seguito alle pressioni dei monaci buddisti locali, non gli diede più protezione ma non fece chiudere la missione).

Alla fine del XVI secolo la missione, che riuscirà a convertire circa 300.000 cristiani, trascorse un periodo difficile a causa dei difficili rapporti tra Spagna e Portogallo e il governo giapponese. Qualche decennio dopo il cristianesimo venne soppresso dalle autorità locali e dal 1630 i cattolici vissero in segreto e non poterono più professare la loro fede in pubblico.

Lo shogunato ed il governo imperiale inizialmente sostennero i missionari cattolici, pensando in questo modo di poter ridurre il potere dei monaci buddisti e, al contempo, di migliorare il commercio con la Spagna ed il Portogallo. Tuttavia, lo shogunato rimase molto prudente nei loro confronti: nelle vicine Filippine, gli spagnoli avevano infatti preso il potere dopo la conversione della popolazione. All'accondiscendenza iniziale seguirono pertanto minacce ed infine persecuzioni: il cristianesimo venne vietato e quei giapponesi convertiti che rifiutavano di abiurare la fede cattolica vennero uccisi.

Il 5 febbraio 1597, a Nagasaki,
ventisei cattolici di cui sei missionari francescani europei, tre gesuiti giapponesi e diciassette terziari francescani giapponesi, compresi tre giovani ragazzi, vennero uccisi tramite crocifissione: una volta saliti sulla croce, veniva loro inferto il colpo finale con delle lance.

La persecuzione continuò sporadicamente, facendosi più intensa tra il 1613 e il 1630. Il 10 settembre 1632 altri 55 cattolici furono martirizzati a Nagasaki, in quello che passò alla storia con il nome di "gran martirio di Genna".

I martiri del Giappone sono stati canonizzati l'8 giugno 1862 da papa Pio IX e nel martirologio romano sono elencati con il nome di "San Paolo Miki e compagni" e commemorati il 6 febbraio (non fu scelto il 5 febbraio, data della loro morte, per evitare la sovrapposizione con la memoria di sant'Agata). 

 

 

Monumento dedicato ai ventisei martiri nel centenario della loro canonizzazione sulla collina di Nishizaka a Nagasaki, in Giappone,
 
 
 

lunedì 29 marzo 2021

La responsabilità del divulgatore

 Mi sono già soffermato sull'importanza della corretta ricezione del messaggio veicolato dal mittente per una giusta decriptazione dello stesso. Mi voglio soffermare sull'importanza, e la responsabilità, che ha il mittente quando afferma un messaggio, soffermandomi sulla qualità dello stesso.

Perché parlo di qualità? Basta guardarsi attorno per assistere a una vera e propria pioggia di opinioni e conoscenze, più o meno valide, generate dai social media e non solo. I canali youtube, pagine dedicate, blog e forum, social network in generale sono dei produttori di massa di informazioni che non vengono sottoposte a un controllo qualità. Le notizie spesso non sono confermate o verificate. Tutto si basa sulla fiducia e la professionalità del divulgatore. 

Ci sono degli ottimi divulgatori nella rete, ma ce ne sono tantissimi non altrettanto bravi. Le fake news sono un ottimo esempio di divulgazione sbagliata. Ma ognuno è libero di credere in ciò che vuole, ma il divulgatore ha delle responsabilità enormi per ciò che dice. Egli sa bene che le sue ricerche sono parziali e incomplete, o addirittura distorte e faziose. Quindi sono facilmente smontabili, innescando così una guerra sull'argomento dove si dice tutto il contrario di tutto.  Se ci immedesimiamo nello spettatore medio, ecco che può insorgere la misologia. 

Chi decide di divulgare ha una responsabilità enorme, cioè quella dell'affezione o meno del ricevente alla conoscenza. Invece di stimolare la curiosità rischia di ottenere l'effetto contrario. Chi fa buona divulgazione sa il lavoro di ricerca che c'è dietro, e non stiamo parlando di un solo libro, rivista o documentario sull'argomento. 

La divulgazione è fondamentale e ben venga che la rete e i social ne siano veicolo. Ma una prudenza è d'obbligo come in ogni campo: spendete qualche minuto per capire CHI sta divulgando. Allora la stessa sapienza non vi sembrerà più un dedalo di informazioni pronte a condurvi al mostro dell'Ignoranza. Siate saggi

sabato 13 marzo 2021

Misologia


miologìa s. f. [dal gr. μισολογία, comp. di μισο- «miso-» e λόγος «discorso, ragionamento»]. – Termine con cui Platone nel Fedone indica la sfiducia o addirittura l’avversione per i ragionamenti che si ingenera in chi, non conoscendo l’arte del ragionare, ha creduto veri ragionamenti in seguito rivelatisi falsi. Il termine è stato poi ripreso da Kant per riferirsi alla sfiducia nella ragione propria di chi da questa avesse atteso indicazioni sul modo di conseguire la felicità e il godimento della vita; analogam., in Hegel, il termine assume il significato di rifiuto del pensiero dialettico proprio di coloro che si limitano al pensiero immediato.

o ancora

misologia Traslitt. dal gr. μισολογία, comp. di μισο- «miso-» (prefisso che indica l’odio) e λόγος «discorso, ragionamento». Termine con il quale Platone nel Fedone (89 d) indica la sfiducia e l’avversione verso i ragionamenti; e analogamente definisce misologo (gr. μισόλογος) colui che avversa i ragionamenti, le questioni scientifiche e le discussioni (Repubblica, 411 d).


Nell'uso comune, il misologo è colui che non a più fiducia negli argomenti, o ragionamenti, perché ha avuto esperienze in cui si dimostrava la correttezza e la scorrettezza di un di una data tesi. Esempio: dimostro con un ragionamento che il fallo è chiaramente a favore della squadra A, tuttavia dimostro altrettanto validamente che il fallo è a favore della squadra B. Lo spettatore, non capendo e non avendo i mezzi per capire, finisce per non avere più fiducia in me, e in generale nella mia categoria se sono, ad esempio, arbitro. La sfiducia potrebbe colpire moltissimi ambiti, tanti quanta è l'ignoranza personale del soggetto; meno strumenti hai per capire la validità di un discorso/ragionamento, più sarai potenziale vittima dello stesso. 



sabato 6 marzo 2021

I peggiori al potere

 


"Prova a prendermi" è un film del 2002 diretto da Steven Spielberg e con Leonardo DiCaprio, nel ruolo di Frank Abagnale Jr., e Tom Hanks, nel ruolo di Carl Hanratty. La storia parla del truffatore realmente esistito (Abagnale Jr) che viene inseguito dal detective Hanratty. Alla fine, data la grande capacità da falsario, Frank viene 'assunto' dall'FBI per scoprire altri falsari.  Tutto è bene quel che finisce bene... non proprio. Infatti Frank viene assunto dall'FBI dopo una lunga carriera da falsario, durante la quale affina le sue abilità per trovare nuovi modi d'ingannare l'onesto lavoratore di turno. Nell storia, il lavoratore buggerato, saremmo noi. 

Ora immaginate che un soggetto del genere sia italiano e che venga, dopo anni, resa pubblica la sua storia (seppur romanzata) e viene fatto passare da eroe. Penso che farebbe girare gli ingranaggi alle persone truffate. E a ragione aggiungerei. Ma non è questo il punto a cui voglio arrivare.

La conoscenza di Frank della falsificazione, tanta da mettere in difficoltà l'FBI per lungo tempo, gli ha garantito un posto nell'agenzia stessa; lì analizza documenti per trovare eventuali falsificazioni per conto del governo. Cosa ci dice questo passaggio? Che il suo essere il migliore nel suo campo lo ha portato lontano, prima da un lato e poi dall'altro della barricata. 

Seguendo tale logica la competenza risulta il requisito primario per svolgere al meglio un lavoro. Per cui avremo un dottore che esercita la medicina, un prete che cura l'anima, un pescatore che sfida il mare per pescare, un avvocato che difende o accusa in tribunale, un giudice che giudica, un muratore che costruisce, un allevatore che alleva, un governatore che governa. 

Ma sappiamo che ci sono due modi di agire: come le cose devono essere fatte e come le cose si fanno realmente. In linea teorica, gli esempi sopracitati, sanno come il loro mestiere vada fatto, quali regole devono rispettare, ma la domanda è: quanti preferiscono il secondo metodo? Quanti aggirano le regole? Quanti le interpretano arbitrariamente? Perciò, a bosco ben definito di regole e commissioni di garanza esiste un sottobosco di accordi, scappatoie, furberie, interpretazioni, usanze. 

Allora, premesso che i regolamenti i migliori possibili, come si può estirpare l'erbaccia dal sottobosco? Se segui le regole, non sai quali sono le tecniche e i sotterfugi usati. Anzi, ne saresti vittima. Allora perché non elevare il 'peggiore', ovvero il migliore dal loro punto di vista, per usarlo contro i suoi ex compagni di malaffare? Un'idea apparentemente buona e che è esemplificata dal film che apre questo articolo. 

Personalmente credo che questi 'peggiori' stiano già ricoprendo cariche istituzionali e non molto importanti. Il problema è che non c'è l'FBI che li controlla, anzi, sono loro che controllano i rispettivi campi. Faccio un esempio: per capire la Mafia serve un pentito. A quel punto il governo, usando il pentito, può smantellare la Mafia. Ma se la Mafia fa parte del governo, bè… a voi le conclusioni.

Occorre una sovrastruttura di migliori, coloro che sono riusciti a guardare nell'abisso e a non finirci dentro. Però costoro porteranno l'abisso dentro di sè, e dovranno combatterci per il bene di tutti. Questi sono i migliori, persone che pur vedendo la convenienza e il vantaggio del male operano comunque per il bene. Non sono uomini difficili da trovare, semplicemente il sistema li attacca e li espelle come se fossero una malattia mortale. 

Cerchiamo di essere noi gli uomini di questa storia. Agiamo per il bene di tutti e non solo per se stessi. Si parla sempre delle generazioni future, del mondo che gli lasceremo. Concordo con i buoni propositi, ma noi eravamo il futuro per quelli del passato. Dov'è il nostro mondo migliore? Dobbiamo lottare insieme per ottenerlo. 

Brave persone di tutto il mondo, unitevi!

giovedì 25 febbraio 2021

Bene e Male


Parto dall'assunto, non mio, che ogni uomo cresce in base all'ambiente in cui vive, al gruppo sociale a cui appartiene, al reddito che possiede. I tre macro fattori sono poi divisibili in molte aree che vanno a plasmare l'individuo, in alcuni casi senza che esso se ne accorga neppure. Quindi è lecito supporre che l'idea di Bene e Male sia relativa alla cultura del soggetto: ad esempio poniamo la sacralità di certi animali in determinati Paesi del mondo o alla differenza di opinione rispetto all'emigrazione. Tali esempi possono facilmente far capire come il Bene di qualcuno potrebbe non essere considerato come tale da qualcun altro. Non in secondo piano abbiamo lo Spazio e il Tempo in cui il soggetto vive. Le diverse culture sono  organismi viventi che mutano ed evolvono. Ciò che era Bene nel passato può essere considerato come male nel presente (ad esempio la schiavitù). 


Ma se tutto è relativo ai fattori precedentemente citati, esiste un Bene e un Male assoluto? Che sia uguale per tutte le culture, che non dipenda dal tempo o dallo spazio, che vada oltre le ricchezze materiali? Molti filosofi e teologi tirando dicono di sì: Dio. L'uomo è imperfetto ma può trarre ispirazione dalla perfezione divina per agire al meglio delle sue possibilità. Dall'altra parte c'è il Male assoluto, il Diavolo (o Entità malvagia per eccellenza), al quale sono da ricondurre i comportamenti errati degli uomini. Troppo comodo.

Personalmente sono di un'altra filosofia. L'uomo è dotato di ragione e con essa individua dei concetti morali universali, che poi si traducono spesso in dogmi da testo sacro. Non uccidere evidenzia il valore della vita e lo troviamo in tutte le culture. Da sempre l'omicidio è una cosa sbagliata, nel corso del tempo cambia la punizione in seguito ad esso e non la sua concezione negativa. Amare e rispettare il prossimo va di pari passo e non troviamo culture che incitano alla violenza di un membro della società contro un altro. 

Dr. Jekyll e Mr. Hyde, due parti di un solo essere

Queste ed altre regole morali si possono insegnare tramite la filosofia e il fare filosofia. Si capisce cosa è giusto e sbagliato senza per forza trovarlo codificato in forma di legge sacra o umana. Ricordiamo che per legge, durante l'orrore nazista, era da buon cittadino consegnare un essere umano di fede giudaica mentre nasconderlo era un crimine. Oppure come fosse giustificato e auspicato l'omicidio dei Saraceni durante la Prima crociata. 

Luce/Bene contro Oscurità/Male

Ancora, sapere cosa è Bene e cosa è Male ci fa vedere la realtà con occhi nuovi. I nostri egoismi lasciano lo spazio a una visione d'insieme poiché di sicuro il mio bene non può essere quello di tutti gli altri. Possiamo davvero essere persone migliori, basta usare ciò che ci contraddistingue (la Ragione) per il Bene.

mercoledì 17 febbraio 2021

La trave nell'occhio

 A quanti è capitato di parlare con un ritardatario e sentirgli dire: "quanto mi da fastidio chi fa tardi". Ancora, quante volte una persona viscida e doppiogiochista vi ha detto: "quanto non sopporto le persone false". Di nuovo, quante volte una persona libertina vi ha raccomandato: "quel tipo/quella tipa va con chiunque, come si può essere così superficiali?".

Nella grande maggioranza dei casi non analizziamo a fondo noi stessi, tranne quando siamo particolarmente tristi o è un periodo no. Se lo facessimo dovremmo andare a sbattere contro delle parti di noi, personalità, che detestiamo. Ora, tali personaggi non si possono uccidere per cui è necessario accettarli e ascoltare ciò che hanno da dire. Ma se queste parti non le vogliamo, le odiamo perché rappresentano le debolezze e insicurezze, come si fa ad ascoltare? Ci vuole una grande forza d'animo, ma più spesso non si ascoltano. Si seppelliscono e si nascondono come la polvere sotto il tappeto. Però ci sono, non vanno da nessuna parte. Ed ecco che fuoriescono quando quei difetti li cogliamo nell'altro. Allora sì che possiamo criticarli e sputare tutto l'odio che abbiamo dentro; odio che altrimenti dovremmo riversare su di noi e metabolizzarlo, sarebbe come mangiare il proprio vomito. 

Allora ce la prendiamo con i difetti altrui senza renderci conto che essi stessi sono presenti in noi e che, a volte, ci caratterizzano. Per cui una persona che odia gli indecisi sarà un indeciso, chi detesta i falsi sarà il primo a parlare dietro le spalle, chi odia precisini sarà egli stesso il primo a puntualizzare, e così via.

Cerchiamo di pensare di più a come migliorare piuttosto che vomitare sentenze sul prossimo. 


sabato 13 febbraio 2021

Credo ma non pratico

 Sono cattolico e non praticante. Cosa significa questa frase? L'essere cattolico ti inserisce in un gruppo cultuale distinto, con i suoi rituali, preghiere e credenze. Non praticante significa che non applichi nella pratica ciò che professi con la fede, o la parola se vogliamo. Non vi sembra un controsenso? A me sì. Ma provare a snocciolare questo "non praticante".

    Potrebbe significare che la fede c'è ma i rituali pratici, come la messa, l'eucarestia, i sacramenti, il rispetto delle regole religiose in genere non sono rispettati. Ogni fede ha la sua manifestazione sensibile, fosse anche solo portare il crocifisso addosso, ad esempio. Ma non seguire le regole che la stessa religione impone, non è come violare un patto sacro con Dio? Considerando che molte di queste regole sono state messe dalla Chiesa, fatta notoriamente da uomini, direi di no. Perciò saltare una messa o una preghiera non fa di te un cattivo cristiano.

Non praticante potrebbe stare a indicare la violazione dei 10 comandamenti. Qui la questione si fa più complessa. I comandamenti non li hanno messi gli uomini ma sono stati dettati da Dio a Mosè, quindi è letteralmente la Parola Divina. Se credi in Dio non puoi infrangere i 10 comandamenti, o almeno prova a non infrangerli: considerando che la bestemmia è offendere letteralmente Dio, spero per molti che non se la prenda sul personale altrimenti ci vuole un Inferno più grande. Siamo umani, e tali restiamo per tutta la vita nonostante i percorsi ascetici che intraprendiamo. I comandamenti sono delle norme civili che occorrevano al popolo giudeo dopo la liberazione dalla schiavitù. Quindi mettiamo che una possibilità del 50% che tu sia un cattivo cristiano perché in duemila e anni le cose cambiano.

Charlton Heston è Mosè ne 'I dieci comandamenti'

Se per non praticante intendi 'colui che viola i precetti di Gesù' allora ho delle brutte notizie per te. Gesù è stato molto chiaro e il suo messaggio, giunto a noi con i vangeli, non può essere frainteso:  porgi l'altra guancia; chi è senza peccato scagli la prima pietra; se combatti con una spada, sarai ucciso da una spada; se non ami il fratello che vedi, come puoi amare Dio che non vedi?. Ma soprattutto: 

"Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro" (Luca 6,31)

"Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri" (Giovanni 13,34)

Non sono un credente, ma ammiro immensamente la filosofia di Gesù. E seguirla come filosofia significa accettare la propria condizione umana e tentare, nonostante la propria fallacia, di arrivare alla perfezione del maestro. Vedo molti sedicenti fedeli che giustificano le loro azioni con la propria umanità e, come scusa rafforzante, dicono: " lui era Gesù", come se fosse inutile seguire il suo esempio perché irraggiungibile. Se per non praticante, dunque, si intende non provare neanche a seguire la strada che Gesù, il Salvatore, ha indicato allora, con un pizzico di onestà intellettuale, puoi anche smettere di dirti cattolico. 

Ricostruzione del volto di Gesù dell'artista olandese Bas Uterwijk 

Si deve tendere al meglio, altrimenti a che servono gli esempi?



lunedì 1 febbraio 2021

Il paradosso dell'uomo forte

 Con uomo forte, in Italia, s'intende quella persona politica che agisce in barba a tutto e tutti. In effetti viene dubbio se effettivamente pensi prima di fare.
Sempre in Italia, identifichiamo l'uomo forte per eccellenza nel Duce, il dittatore italiano della prima metà del '900 leader del fascismo. Perché pensando all'uomo forte ci si immagina lui non saprei proprio. Forse per il suo modo di parlare ai comizi, così altezzoso e ricercato, come se facesse teatro e non politica. Oppure per la propaganda che ne elogiava le virtù, fisiche e intellettuali, e lo ritraeva sempre in azioni esemplari e significative.

Uomini forti dal mondo

Ma cosa ha significato l'uomo forte al potere per la popolazione? Chi aderiva all'idea dominante, rappresentata dall'uomo forte, era privilegiato, mentre chi non aderiva era sottomesso. Passatemi i termini ma nulla mi toglie il pensiero che se qualcuno ha il diritto di entrare a casa tua, minacciare la tua famiglia e rubare impunito sia un privilegiato e l'altro un sottomesso. Per cui crescevano le disuguaglianze e l'odio tra le due parti; odio che ha preso corpo con la caduta del fascismo. Alla fine abbiamo una popolazione divisa, dove una parte ha subito i torti dell'altra. Una popolazione che doveva essere ricucita in qualche modo. Non approfondirò oltre perché uscirei dal tema.
Da sinistra: Benito Mussolini, Josif Stalin Adolf Hitler

L'uomo forte non porta benefici ma divisioni tra la popolazione che si trova costretta a scegliere da che parte stare. Ma allora dobbiamo avere per forza dei mollaccioni? No. Esistono uomini, e soprattutto donne, decise che sanno quello che vogliono e come raggiungerlo. Votazioni, elezioni, persuasioni, compromessi, accordi, rinunce sono tutti ingredienti necessari a fare un politico determinato. L'uomo forte, tipico del secolo scorso, ha mostrato come instaurare un regime, obbligare la popolazione a scegliere da che parte stare, eliminare le opposizioni non porta a benefici a lungo termine. Il dialogo tra le parti, la collaborazione sincera tra opposizioni, l'agire per il bene comune sono le eredità che hanno lasciato le dittature degli uomini forti.

Parlamento europeo


sabato 30 gennaio 2021

I tre stadi dell'attrazione

 



1) Attrazione fisica-sessuale: la bellezza, la sensualità, la prestanza, in breve l'eros è il primissimo stadio dell'attrazione tra due persone. Questo stadio è il più semplice da raggiungere e il più facile da perdere. Non richiede nessun coinvolgimento emotivo, infatti è un impulso alla sessualità naturale, all'atto di piacere fine a se stesso. Inoltre non prevede partner stabili.

Eros


2) Attrazione intellettiva: gli interessi, la personalità, l'educazione, in breve la mente è il secondo stadio dell'attrazione tra due persone. Questo stadio richiede un maggiore livello di conoscenza e frequentazione tra i soggetti e, data l'eterogeneità del mondo, è complicato trovare l'affinità mentale corretta. Spesso si ignorano dei messaggi che il partner lancia e si crede di essere riusciti a trovare l'affinità solo per poi scoprire che in realtà non è quello giusto/a. L'attrazione mentale avviene, di norma, a seguito dell'attrazione fisica-sessuale. L'attrazione mentale si instaura anche senza essere fondata sull'attrazione fisica-sessuale, quindi tra persone che non hanno nessun impulso sessuale per l'altro. 

Amore e psiche

3) Attrazione dell'anima: i pensieri, le azioni, le modalità di vita, in breve l'anima è il terzo stadio dell'attrazione tra due persone. Questo è il più potente dei tre stadi e il più difficile da recidere come legame. L'attrazione tra due anime avviene tra due spiriti affini: ad esempio si manifesta tra due persone appena conosciute che hanno la sensazione di conoscersi da sempre; oppure quando tra due persone non è necessaria nessuna parola perché ci si capisce con lo sguardo; oppure quando si prova benessere solo nello stare assieme e non fare nulla. Le due anime unite sprigionano la vera forza dell'amore.

Unione delle anime


 

mercoledì 27 gennaio 2021

Ricorda e comprendi

Sebbene molti sembrano esserselo dimenticato, l'uomo è un animale razionale. Ciò significa che non è un cane a cui si insegnano comportamenti virtuosi in cambio di premi e si puniscono quelli sbagliati. L'uomo, almeno nella sua natura, ha BISOGNO di capire; così ci distinguiamo dagli animali. Per questo ricordare non è sufficiente, è necessario capire il perché. Infatti, è così che creiamo nella nostra testa un campanello d'allarme che suonerà in caso di necessità e ci avviserà del pericolo corrente. 

Deportazione degli ebrei di Roma

Farò un esempio che spero chiarisca la differenza tra ricordare e capire. Un ragazzo deve imparare a memoria una poesia. E così la memorizza verso per verso senza comprenderne il significato. All'interrogazione la professoressa rimane soddisfatta del risultato perché il ragazzo la recita correttamente senza neanche un errore. Ottimo lavoro. Il tempo passa, il ragazzo diventa uomo, trova un lavoro e mette su famiglia. Un giorno il figlio chiede aiuto al padre per imparare a memoria la medesima poesia che fruttò un ottimo voto al padre tanto tempo prima. L'uomo lo aiuta volentieri. Il ragazzo, spinto dalla sua curiosità, gli chiede alcune spiegazioni sul significato di un tale passaggio della poesia, perché è così? Cosa vuol dire? L'uomo rimane senza parole, non sa cosa rispondere. Solo allora capisce di non aver mai saputo veramente il contenuto della poesia.

Migranti africani nel Mediterraneo

Ricordare è importante, ma sapere lo è molto di più. Parlando dell'olocausto si condanna a priori l'operato dei nazisti, perché in fondo conosciamo i retroscena. Se ci limitassimo alla propaganda nazista vedremmo delle comunità ebraiche felici, dove si studia, si gioca e si vive in armonia. Lì sono mandati gli ebrei. E chi non vorrebbe andare in un tale paradiso bucolico?


Mi vengono in mente tutte quelle persone che parlano di immigrazione come se fosse un'invasione. Che si assolvono moralmente dicendo: "se vengono su poi sono sfruttati dai caporali e possono morire in mare". Quale barbara percezione del mondo spinge a un tale ragionamento. Per non parlare di quanto avviene sul confine turco, a Lesbo, in Serbia, in Messico, eccetera. 

Campo profughi in fiamme, Lesbo

Dobbiamo capire, approfondire, interessarci... ciò che capita a loro è come se capitasse a noi. Gesù disse: "In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me". Matteo 25,40

sabato 23 gennaio 2021

Tutti e Nessuno

 "A tutti piace il calcio"; "a tutti piacciono le lasagne"; "a tutti piace giocare con la neve"; "tutti sanno in che anno è stata scoperta l'America".

"A nessuno piace la frittata con le rape"; "a nessuno piace il rugby"; "a nessuno piace gite in luoghi pericolosi"; "nessuno sa cosa in che anno è stato incoronato Carlo Magno".

Tutti e Nessuno, due parole che ci abituano a vedere il mondo in bianco e nero. Ci si sente parte della maggioranza nel pronunciarle e si esclude automaticamente quella minoranza che non è compresa nel Tutti e Nessuno. Sentirsi dall'altra parte non è piacevole. Sapere che il calcio piace a Tutti e a te no, ti mette in uno stato di inferiorità. Sei in qualche modo 'sbagliato'. "Cazzo, piace a Tutti!" 

Questo esempio vuole mostrare come ci si sente nel non essere compreso nel Tutti e Nessuno. Ci si può sentire inadeguati, strani, ignoranti, superficiali. E tutto questo solo per accrescere l'ego di qualche stronzo, il quale ha stabilito che ciò che gli piace deve piacere a Tutti.  

Ragionare in questi termini aiuta perché permette di non considerare quelle minoranze che altrimenti ci si dovrebbe sforzare di riconoscere e comprendere. Se a Tutti piacciono le lasagne bianche con funghi e tartufi, chi si preoccupa di chiedere se a qualche invitato non piacciono. Ed ecco, il pranzo è servito e il tizio cui non piacciono si attacca. 

Cercare di comprendere il prossimo e le sue esigenze non è una debolezza. Il mondo non è bianco e nero, come vorremmo che fosse. Tutti i colori che lo compongono vogliono essere visti e considerati, perché esistono!

Tutti e Nessuno sono parole del parlato comune che dovrebbero essere rivalutate e usate con parsimonia. Alla fine si rischia di non rendersi conto di escludere qualcuno fino a quando quel qualcuno non ce lo fa notare. E allora ci sentiamo delle merde.

Miglioriamo a parlare per migliorare a pensare.


riconosci il valore della diversità

giovedì 21 gennaio 2021

Odio i polemici

 Sull'adagio Gramsciano, affermo di odiare i polemici gratuiti. La polemica utile è quella atta a evidenziare un problema e a cercarne la soluzione, ad esempio: l'allenatore ha intenzione di effettuare un cambio che sbilancerà la squadra in attacco, il vice polemizza sulla pericolosità di tale tattica e propone una soluzione; insieme valutano e si decide. 

E invece la faccio

                                                     

La polemica gratuita è quella fine a se stessa come "che palle piove", "tanto bisogna sempre pagare" e così via. In Italia siamo esperti di quest'ultimo tipo di polemica. Non ci va bene niente. Tanto è radicata in noi che addirittura ne abbiamo fatto un detto popolare: la polemica è gratuita (ogni dialetto ha la sua versione).

Peculiarità, e grande differenza, della polemica gratuita è l'assenza di una proposta alternativa, una soluzione all'oggetto della polemica. O meglio, si propongono soluzioni quando non si può essere ascoltati vantando qualità e competenze che solo un ego smisurato hanno certificato. Quante volte abbiamo sentito parlare questi statisti da bar, allenatori di giornali accartocciati, avvocati delle cause ovvie, architetti di castelli di sabbia e così via. 

Tutti diventano, attraverso la polemica, esperti di tutto. E c'è differenza tra esprimere un'opinione e affermarla neanche fosse stato il cespuglio di fuoco a suggerirla. L'uomo si fa grande quando non rischia nulla. 

Questo mi porta a ragionare sul perché l'Italia è così mal giudicata dagli italiani. Se si polemizza su tutto, e si crede a ciò che è polemizzato, ecco che ci convinciamo che tutto va male. Ma se avessimo dei paragoni, come la conoscenza dei diversi sistemi politici, economici, sociali degli altri paesi, potremmo rivalutare il nostro Bel Paese.

Sanità pubblica? Gli U.S.A. non ce l'hanno.

Libertà di espressione e di stampa? In Turchia non ce l'hanno.

Regioni colorate? Inghilterra e Germania sono in pieno lockdown.

Conoscenza di se stessi e poi conoscenza del prossimo. Analisi critica e valutazione. Lotta civile per ottenere miglioramenti.

Migliorare, migliorare e ancora migliorare. Che la polemica sia utile al miglioramento e non a se stessa.

"[...] il polemista è polemista di una concezione del mondo, sia pure il mondo di Pulcinella, ma Papini è il polemista 'puro', il boxeur di professione della parola qualsiasi [...]"

Antonio Gramsci






martedì 19 gennaio 2021

Silenzio

 

Il silenzio
della guetta

Il silenzio dell'amore

Il silenzio del pensiero

Il silenzo dell'infinito


venerdì 15 gennaio 2021

La forza è nell'amore

 Siamo in Grecia, nel 378 a.C. Sparta ha vinto la guerra del Peloponneso e ha instaurato dei governi oligarchici filo spartani per tutta la Grecia. I regimi tirannici dei governanti portano presto alla ribellione delle comunità sottomesse. Queste si riuniscono sotto la guida di Tebe: nasce la Lega tebana. 

Nel 375 a.C. l'esercito spartano e quello tebano si scontrano a Tegira. 300 opliti tebani contro 1800 opliti spartani (cifra secondo Polibio). La vittoria sembra certa per i lacedemoni, ma lo scontro volge inaspettatamente a loro sfavore. Gli avversari combattono come furie e adottano una strategia mai vista, lo schieramento obliquo. Alla fine sono proprio gli spartani a lasciare il campo da sconfitti. Il battaglione sacro ha vinto!


Ma chi sono gli uomini che lo compongono? Sono 150 coppie di amanti; l'idea che è alla base è che si combatte con più determinazione e ferocia se si vuole difendere chi si ama. Inoltre Plutarco, in "La vita di Pelopida", scrive: 
"quando il pericolo incombe, gli uomini appartenenti alla stessa tribù o alla stessa famiglia tengono in minimo conto la vita dei propri simili; ma un gruppo che si è consolidato con l'amicizia radicata nell'amore non si scioglie mai ed è invincibile, poiché gli amanti, per paura di apparire meschini agli occhi dei propri amanti, e gli amanti per lo stesso motivo, affronteranno volentieri il pericolo per soccorrersi a vicenda". 

Nel 371 a.C. a Leuttra si scontrano di nuovo l'esercito spartano, guidato dal re Cleombroto, e quello tebano, al comando di Pelopida ed Epaminonda. I tebani hanno la meglio sui lacedemoni, il re Cleombroto muore e finisce il predominio di Sparta in Grecia. Inizia l'egemonia tebana.

Per 30 anni Tebe è la protagonista in Grecia, ma a Nord, in Macedonia, Filippo II sta radunando un esercito formidabile. Nel 338 a.C., nella battaglia di Cheronea, i tebani sono sconfitti dagli opliti macendoni. Il battaglione sacro rifiuta di arrendersi e continua a combattere fino all'ultimo uomo.

Filippo II fece seppellire in una fossa comune i soldati del battaglione sacro, poi fece erigere un monumento a forma di leone a testimonianza del coraggio di quegli uomini.

Alla fine del XIX secolo venne ritrovata, vicino al leone, una grande sepoltura comune di 254 corpi disposti in sei file regolari.  

Monumento al battaglione sacro, Cheronea


giovedì 14 gennaio 2021

Personal life coach

 Letteralmente l'allenatore per la vita personale è una figura professionale reale. Questo esperto ti aiuta a raggiungere degli obiettivi professionali, economici, relazionali e così via. Potremmo chiamarlo il motivatore per eccellenza. 

All'apparenza mi sembrava un'idea ridicola, ma più ci pensavo più capivo che non è affatto male come pensata. Chi non ha mai passato un periodo difficile e non abbia voluto buttare tutto all'aria. Magari qualcuno l'ha fatto. 

Il motivatore entra in gioco proprio in queste circostanze, quando la speranza e l'autostima sono ai minimi e vorresti solo scomparire dall'esistenza. Si potrebbe pensare di non averne bisogno perché si hanno gli amici, la famiglia, la morosa/o ma, in tutta onestà, credete davvero che il loro aiuto sia imparziale? 

Puoi continuare con quel lavoro ma potresti trovare altro intanto; lui mi piace però con Tizio saresti più felice; puoi aprire il negozio di giocattoli, ma credi davvero di poter competere con internet?

Possiamo girarci intorno la sostanza non cambia. Ognuno di noi ha le proprie idee, il proprio vissuto e la propria educazione. Tutto influisce su come ci relazioniamo con gli altri e, per quanto cerchiamo di metterci da parte, saremo sempre presenti nei consigli che diamo.

Il pregio del motivatore, allora, è proprio la sua estraneità. Con questo non dico che le categorie sopracitate debbano essere ignorate. Diamogli l'importanza che meritano. 




mercoledì 13 gennaio 2021

Non riesco ad alzarmi dal letto

Ma quanto è bello rimanere nel letto, sotto le coperte, specialmente d'inverno? Il pensiero di lasciare quel nido sicuro ci fa iniziare la giornata con la giusta dose di rabbia e rassegnazione. 
Ci sono persone che proprio non riescono ad alzarsi dal letto, i famosi pigri. Oggi ho scoperto che c'è uno specifico disturbo a causare ciò: la clinomania.
Tale disturbo è stato rilevato tra le persone che soffrono di ansia, depressione, fobie, ipocondria. Insomma, tutte quelle situazioni che generano ansia per le quali, come difesa, ci si ritira sotto le coperte evitando così le responsabilità.
Avremo tutti notato come sia particolarmente difficile alzarsi dal letto durante un periodo difficile come può essere una relazione finita male, un problema al lavoro e così via.
Ebbene, se limitato nel tempo la clinomania non è dannosa, ma se si protrae per un lungo periodo di tempo è bene contattare uno specialista per evitare la caduta in disturbi più gravi.

Ascoltate il vostro corpo, è la sentinella del vostro benessere.


sabato 9 gennaio 2021

Complottismo che passione

Riflessione breve. Quanto accaduto negli States potrebbe significare molto di più dell'attacco alle istituzioni democratiche. Infatti è la prima volta che il complottismo si arma per difendere ciò in cui crede. Queste persone sono delle vittime del sistema chiuso dei social, che con gli algoritmi ti mostrano in evidenza il materiale "giusto", o "consigliato", per te e del lavaggio del cervello subito attraverso falsi profeti (lo so, gli sto facendo un favore, ma l'espressione mi piace troppo). 
Le persone che hanno manifestato e poi aggredito il sistema sono innocentemente convinte della bontà della loro causa. D'altronde, voi non fareste nulla se si scoprisse che il governo democratico è guidato da pedo-satanisti con il complesso di Voldemort? Ecco.

"Noi vediamo tuttooo"

Ma tutto questo è abbastanza ovvio. Il problema risulta marginale se guardiamo i numeri di chi crede a certi complotti rispetto al resto. Ma non bisogna sottovalutare il potere della persuasione. Un'idea, una volta ascoltata, non si può rimuovere dal cervello e non sai quando potrebbe alla fine attecchire. Il dubbio è pericolosissimo e, spesso, sorge con le crisi. Le crisi portano la paura e l'incertezza. Fai mescolare il tutto da un politico dalla risposta facile e dal sorriso caloroso ed ecco che il gioco è fatto. 

"Il Padre ci condurrà nell'Eden's Gate", Far Cry 5

Il complottismo è un fenomeno complesso che colpisce tutta la popolazione. Nessuno ne è totalmente immune. Esso si nutre con notizie false atte a manipolare il giudizio degli altri. Per avere maggiore forza crea un nemico orribile e ripugnante. La lotta che ne scaturisce non è giusta, è sacra. Una volta sconfitto il nemico si instaura il proprio regime. 
Il complottismo è preso troppo sotto gamba, come certe dittature del secolo scorso. Ecco, lo sapevo, sono un complottista dei complottisti.

Manifesto di propaganda nazista 







venerdì 8 gennaio 2021

Sulla minoranza

 "Adesso siamo tutti parte della stessa minoranza. Al giorno d'oggi, l'unica minoranza rimasta sono i 'vivi'. [...] Se uno ci riflette, è proprio un brutto termine, vero? Ci avete mai pensato? Noi eravamo di meno, quindi ci chiamavano minoranze. Sembra così negativo, cose se fosse una parola progettata per far sì che la gente ci ignorasse fin da subito. C'erano così tante opzioni migliori... voglio dire, se siamo di meno, questo ci rende speciali... e unici. 'Speciali'? 'Unici'? entrambe ottime parole. O anche 'rari'. Anche quella non sarebbe stata male."

Chi parla è una ragazza messicana nel mondo apocalittico di The walking dead. Kirkman ci regala questa riflessione quasi senza pensarci, infatti avviene in un momento di relativa calma, quando la nuova arrivata fa conoscenza dei nostri eroi. Kirkman quasi suggerisce tale riflessione, perché il discorso finisce con quello che avete letto. Ora è compito del lettore portare avanti il discorso. 

Appare ora chiaro che il termine "minoranza" una minoranza non lo userebbe mai per chiamare se stessa. Ma è la parte in "maggioranza" che utilizza il termine per definire qualcosa di diverso da se stessa. Implicitamente si dichiara la superiorità di un gruppo rispetto ad un altro, che, visto in termini numerici, potrebbe essere anche corretto, ma la parola richiama altri significati tutt'altro che positivi. 

Riflettiamo.



giovedì 7 gennaio 2021

Il peso delle parole

Quanto successo negli Stati Uniti ha dell'incredibile, ma non riesce a stupirmi più del dovuto. Ovviamente rimango sconcertato dal livello di violenza raggiunto nel "Paese democratico" per eccellenza, ma, diciamoci la verità, poteva finire molto peggio.
Se a manifestare e a fare l'irruzione fossero state delle persone del Black Lives Matter o magari, Dio non voglia, dei gruppi musulmani credete forse che ci sarebbero usciti "solo" quattro morti? Questo mi fa arrivare al primo punto della mia riflessione: la reazione della polizia è proporzionata al colore della pelle e alla fede religiosa. Ma dire ciò mi sembra dire un'ovvietà, ma quanto accaduto mostra a tutto il mondo, e in modo incontrovertibile, che i suprematisti bianchi esistono e godono di privilegi. La mia speranza, da italiano lontano dal lifestyle americano, è che la nuova presidenza faccia di più per ciò che riguarda le questioni sociali degli Stati Uniti.


La seconda riflessione è: di chi è la colpa? Bè, c'è solo un colpevole: Donald Trump. Da quando ha perso le elezioni non ha fatto altro che soffiare sul brace del malcontento. Ha aggiunto legna sotto forma di brogli (senza nessuna prova, non lo ripeterò mai abbastanza) e ha sventolato sulla fiamma aria di vittimismo misto a congiure immaginarie. 
Ora appare evidente, quelli che sembravano i deliri di un bambinone che non voleva lasciare la sala giochi hanno fatto presa su una fascia di "accademici della strada". Questi hanno fatto proprio il messaggio e si sono organizzati, convinti che il passaggio della consegna fosse la loro ultima occasione per impedire un nuovo governo fantoccio/comunista/semita/pedofilo. 
Ricordiamo questa lezione: le parole hanno un peso e a volte può schiacciare i più "deboli".




In realtà noi dovremmo già saperlo. Abbiamo in nostro Trum italiano. Dal governo gialloverde, le azioni rivolte contro la minoranza di colore, meglio se immigrata, sono aumentate notevolmente. Il fenomeno si è troppo facilmente dimenticato. Anche da noi si parlava di sdoganamento della violenza verbale, di un certo tipo di narrazione che faceva male alla democrazia. Ma si sa, se le cose succedono agli altri è una vergogna, se accade a casa nostra è solo un evento isolato e, dunque, poco importante. Mi chiedo quando anche noi affronteremo la questione sociale sulle minoranze? C'è del razzismo nel cuore degli italiani, basta che un capo del governo apra la gabbia dentro il quale è rinchiuso e il gioco è fatto. 
Quando ascoltate i politici parlare ascoltate bene perché la parola uccide più della spada
.


                                                                                                                               

mercoledì 6 gennaio 2021

Sapere per sperare


 

Cosa ci dice questa immagine? L'ho trovata come aggiunta visiva ad un post destro-negazionista, per cui vi lascio immaginare quali possano essere state le mie conclusioni. Ma ad uno sguardo più attento mi ha suggerito un significato più profondo e non meno interessante.

Guardando l'immagine vediamo come un predatore ha appena avuto successo nella caccia. E fin qui tutto torna. La didascalia: "Un eroico serpente salva un pesce che stava annegando" inizia a farci storcere il naso. Come? Sappiamo che il serpente è un predatore, quindi non fa nulla di strano. I pesci sicuramente non annegano nell'acqua, tutt'altro. Queste semplici informazioni che abbiamo nel nostro bagaglio culturale ci permettono di capire, o almeno di intuire, che qualcosa non va. Perché la scritta dovrebbe affermare una falsità così evidente? Chi è che non sa che i serpenti sono predatori e i pesci vivono in acqua?

Ed ecco che arriva la terza parte: "è così che i media di oggi ( come se quelli di ieri erano masters of truth) riportano le notizie". In linea generale posso essere d'accordo sulla premessa che i media vagliano, omettono, insinuano, censurano, gonfiano, manipolano le notizie. Ma mi domando: chi è che non lo sa? Insomma, è come prendere un film basato su fatti realmente esistiti per un manuale di storia. Le informazioni vengono manipolate poiché il loro scopo è di modificare l'opinione di chi le riceve in base al volere di chi le trasmette. E questo avviene da sempre. Vi rinfresco la memoria: aruspici, vaticini, oracoli e così via non vi dicono niente? Informazioni pilotate. Sul campo di battaglia entrambi gli schieramenti vedono presagi favorevoli alla vittoria. Credo di essere stato chiaro.

Quindi possiamo affermare di aver colto il significato dell'immagine come polemica contro i media bugiardi. Ma ancora non sono soddisfatto. Perché siamo riusciti a capire il meme? Quello che sappiamo sui serpenti e sui pesci ci permette di comprendere l'immagine e di intuire la differenza di significato tra l'immagine e la prima didascalia.

In questo gioco un ruolo fondamentale lo hanno, dunque, le nostre conoscenze. Infatti, se presentassi l'immagine a un bambino che crede che i pesci vivano sulla terraferma e che i serpenti hanno l'istinto del buon samaritano, allora ecco che lui non troverebbe niente di sbagliato tra l'immagine e la didascalia. La conoscenza basilare di serpente-predatore e pesce-acqua salva il lettore dalla falsità

 della didascalia. 

E se, in altri contesti, non abbiamo queste conoscenze? Ecco che nascono, e hanno grande forza, le fake news. Queste possono essere sconfitte dalla conoscenza dell'argomento. In alcuni casi sono così elaborate che dobbiamo chiedere aiuto a chi è più esperto di noi (non possiamo sapere tutto), ma altre, più basilari, hanno vita solo in un tessuto sociale debole, spaventato e ignorante.

Informatevi, leggete, studiate e siate sempre consapevoli di cosa succede attorno al vostro orticello. Può sembrare il contrario, ma il mondo non finisce lì. Noi siamo il cambiamento che il mondo si merita.


"Solo perché non ti curi di avere un interesse alla politica non significa che la politica non si prenda un interesse su di te."

Pericle 



venerdì 1 gennaio 2021

Stupido oroscopo!

 Perché si legge l'oroscopo? Non riesco pienamente a credere che ci sia qualcuno realmente convinto di poter leggere il proprio destino sull'oroscopo. Poi, dopo l'annus teribilis 2020, chi mai potrebbe crederci ancora? 

Eppure, questa riflessione banale, mi ha fatto capire una verità di per sé evidente: si leggere l'oroscopo per capire se stessi. Già, perché noi apprezziamo e concordiamo con quello che si sposa con la conoscenza che abbiamo di noi stessi, e allo stesso modo disapproviamo ciò che non pensiamo sia in linea con i nostri giudizi. Ma ci sono eccezioni che lasciano il lettore a riflettere su se stesso. 

L'oroscopo è un'ottima lettura per trovare spunti su cui riflettere e, magari, migliorare se stessi. Conoscersi è fondamentale per capire come si vuole vivere felici. 

Buon 2021 e che Ofiuco ci protegga




 

lunedì 21 dicembre 2020

Cos'è la solitudine?

 Forse è una condizione fisica? Cioè essere fisicamente soli, essere in assenza di persone. Ma chi, al giorno d'oggi, è fisicamente solo? Siamo immersi in una traboccante umanità indifferente.

Forse si tratta di una condizione mentale. Un uomo è solo quando non è in sintonia con nessuno, non è partecipe delle vite altrui. Questo spiegherebbe la sensazione di solitudine pur stando immersi tra le persone. 

Questa mancanza di connessione crea un malessere assai comprensibile. Immaginiamo di essere una persona la cui esistenza non è di interesse alcuno per il prossimo (non si è contattati, non si è invitati a eventi, non ci si sente speciale per nessuno, eccetera) se non per lo stretto indispensabile (riunioni lavorative, rapporti con clienti o conoscenti, eccetera). Immagino che se si tenta di entrare in un'esistenza simile si prova subito un certo turbamento. Ebbene, è proprio ciò di cui stiamo parlando.

Ma forse la solitudine può essere dovuta dalla società e i suoi dogmi. In questo scenario il prossimo ti nota ma non ti accetta e diventi un suo bersaglio (vedi le minoranze, il movimento LGBT, eccetera).


Dobbiamo reimparare ad amare, perché siamo troppo individualisti. L'amore non è solo il sentimento che lega due persone che poi si espleta nell'atto sessuale. L'amore è un sentimento assai più profondo che lega due o più individui in un rapporto di reciproco aiuto, sostegno e conforto. 

Abbiamo smesso di amare il prossimo perché dobbiamo pensare alla nostra vita, ai nostri affari, alle nostre cose. Abbiamo dimenticato che il valore di una comunità si giudica dalla forza del suo anello più debole.


"Amor vincit omnia"

Geoffrey Chaucer



sabato 19 dicembre 2020

Dichiarazione dei diritti dello Zombie

 Art. 1 - Tutti gli zombie si risvegliano liberi e uguali di fronte alla Comunità Zombie

Art. 2 - Tutti gli zombie sono uguali davanti alla dea Morte

Art. 3 - Ogni zombie si impegna a convertire qualsiasi creatura vivente allo stile di vita zombie

Art. 4 - La Comunità Zombie si impegna a difendere i propri membri con la forza del gruppo

Art. 5 - Ogni membro della Comunità Zombie si impegna ad esplorare il territorio senza sosta

Art. 6 - Zombie non attacca zombie

Art. 7 - L'unico desiderio di uno zombie è aumentare il numero della Comunità Zombie


"Sono un gruppo rivoluzionario. Vedono le cose in modo diverso."

George Romero