sabato 13 marzo 2021

Misologia


miologìa s. f. [dal gr. μισολογία, comp. di μισο- «miso-» e λόγος «discorso, ragionamento»]. – Termine con cui Platone nel Fedone indica la sfiducia o addirittura l’avversione per i ragionamenti che si ingenera in chi, non conoscendo l’arte del ragionare, ha creduto veri ragionamenti in seguito rivelatisi falsi. Il termine è stato poi ripreso da Kant per riferirsi alla sfiducia nella ragione propria di chi da questa avesse atteso indicazioni sul modo di conseguire la felicità e il godimento della vita; analogam., in Hegel, il termine assume il significato di rifiuto del pensiero dialettico proprio di coloro che si limitano al pensiero immediato.

o ancora

misologia Traslitt. dal gr. μισολογία, comp. di μισο- «miso-» (prefisso che indica l’odio) e λόγος «discorso, ragionamento». Termine con il quale Platone nel Fedone (89 d) indica la sfiducia e l’avversione verso i ragionamenti; e analogamente definisce misologo (gr. μισόλογος) colui che avversa i ragionamenti, le questioni scientifiche e le discussioni (Repubblica, 411 d).


Nell'uso comune, il misologo è colui che non a più fiducia negli argomenti, o ragionamenti, perché ha avuto esperienze in cui si dimostrava la correttezza e la scorrettezza di un di una data tesi. Esempio: dimostro con un ragionamento che il fallo è chiaramente a favore della squadra A, tuttavia dimostro altrettanto validamente che il fallo è a favore della squadra B. Lo spettatore, non capendo e non avendo i mezzi per capire, finisce per non avere più fiducia in me, e in generale nella mia categoria se sono, ad esempio, arbitro. La sfiducia potrebbe colpire moltissimi ambiti, tanti quanta è l'ignoranza personale del soggetto; meno strumenti hai per capire la validità di un discorso/ragionamento, più sarai potenziale vittima dello stesso. 



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