sabato 23 gennaio 2021

Tutti e Nessuno

 "A tutti piace il calcio"; "a tutti piacciono le lasagne"; "a tutti piace giocare con la neve"; "tutti sanno in che anno è stata scoperta l'America".

"A nessuno piace la frittata con le rape"; "a nessuno piace il rugby"; "a nessuno piace gite in luoghi pericolosi"; "nessuno sa cosa in che anno è stato incoronato Carlo Magno".

Tutti e Nessuno, due parole che ci abituano a vedere il mondo in bianco e nero. Ci si sente parte della maggioranza nel pronunciarle e si esclude automaticamente quella minoranza che non è compresa nel Tutti e Nessuno. Sentirsi dall'altra parte non è piacevole. Sapere che il calcio piace a Tutti e a te no, ti mette in uno stato di inferiorità. Sei in qualche modo 'sbagliato'. "Cazzo, piace a Tutti!" 

Questo esempio vuole mostrare come ci si sente nel non essere compreso nel Tutti e Nessuno. Ci si può sentire inadeguati, strani, ignoranti, superficiali. E tutto questo solo per accrescere l'ego di qualche stronzo, il quale ha stabilito che ciò che gli piace deve piacere a Tutti.  

Ragionare in questi termini aiuta perché permette di non considerare quelle minoranze che altrimenti ci si dovrebbe sforzare di riconoscere e comprendere. Se a Tutti piacciono le lasagne bianche con funghi e tartufi, chi si preoccupa di chiedere se a qualche invitato non piacciono. Ed ecco, il pranzo è servito e il tizio cui non piacciono si attacca. 

Cercare di comprendere il prossimo e le sue esigenze non è una debolezza. Il mondo non è bianco e nero, come vorremmo che fosse. Tutti i colori che lo compongono vogliono essere visti e considerati, perché esistono!

Tutti e Nessuno sono parole del parlato comune che dovrebbero essere rivalutate e usate con parsimonia. Alla fine si rischia di non rendersi conto di escludere qualcuno fino a quando quel qualcuno non ce lo fa notare. E allora ci sentiamo delle merde.

Miglioriamo a parlare per migliorare a pensare.


riconosci il valore della diversità

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