venerdì 8 gennaio 2016

Uno Zalone spettacolare

Graffiante. Grottesco. Irriverente. Quo vado è questo e molto di più. Il film di Zalone sfonda i botteghini, e  ragion veduta data la qualità del suo lavoro. Un film, a mio parere, da non perdere.

Quo vado, un film che ha fatto, e fa ancora, molto parlare di sé. Le recensioni si sono sprecate da entrambe le parti, siano esse positive o negative. Quindi, come mio solito, ieri sera sono andato a vedere il film sbattendomi dei giudizi dei benpensanti e non.  Il risultato è stato eccezionale.

Quo vado spinge sull'acceleratore del grottesco, e ci riesce benissimo. Mostra il lato di un Italia chiusa in se stessa, che guarda al proprio orticello con gelosia e ossessione.
Il "sacro posto fisso" è il motore che muove la storia di Zalone, il quale, pur di non perdere i privilegi a esso connessi, è disposto a fare di tutto.
Il film rappresenta la sicurezza e l'inviolabilità del posto fisso, l'amore morboso della mamma italiana per il figlio, la falsità di una classe politica venditrice di fumo, di come si possono fare le cose seguendo la legge o il "metodo italiano". Il volto di un Italia, insomma, piena di contraddizioni.

Ma Zalone mostra anche l'amore intrinseco per l'Italia, la sua cucina, i modi di fare "incivili" dei suoi abitanti.

Quo vado è un film che mi ha ricordato molto il Fantozzi di Paolo Villaggio. Mostrano entrambi, con ironia, una realtà grottesca che in tanti anni non è riuscita a cambiare di una virgola. La differenza è che Fantozzi rimane vittima remissiva del Sistema, mentre Zalone riesce a usarne le armi a proprio vantaggio.

Agrodolce. Risate che non sono solo risate, ma anche spunto per riflessioni importati sulla società italiana. La nostra.

FiR
 

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