Sul giornale “Domenica”
della settimana scorsa, leggevo un articolo particolarmente interessante e che
vorrei condividere. L’autore Andrea Carandini identifica alcuni valori
universali comunemente accettati e condivisi: la libertà, la pace, la felicità,
la giustizia, l’amore, la creatività. Questi valore sono accettati da tutti. È
comune distinguere il bene dal male, perseguire i bisogni basilari (cibo,
riparo, sicurezza, appartenenza a un gruppo), raggiungere un minimo di libertà
e sviluppo delle proprie potenzialità.
Alcuni intellettuali dei
secoli scorsi hanno ipotizzato che i suddetti valori siano innati nell’uomo, il
quale è naturalmente portato a identificarli e a capirne la giustezza. Secondo
altri pensatori, invece, questi valori sarebbero la conseguenza dello sviluppo
culturale e dell’evoluzione.
Ma la questione sollevata
è l’esagerazione di una valore. Esagerandolo, rimane buono o diventa cattivo?
Per quanto doloroso possa essere, bisogna accettare che alcuni valori possono
entrare in contrasto, e quindi bisogna effettuare una scelta su quale dei due
debba prevalere. È impossibile essere perfettamente liberi, perfettamente
giusti, perfettamente uguali, e via discorrendo.
Ne consegue che
l’attuazione di due valori antinomici può risultare drammatica. La soluzione
può essere quella di concedere un uguale peso ai due valori entrati in
conflitto, in modo che nessuno dei due prevalga sull’altro.
Altro dilemma è quello
della gerarchizzazione dei valori. Non esistono valori più importanti e meno
importanti, né sono in grado di essere misurati. Non c’è un valore migliore
dell’altro o più importante. Per esempio: in nome della sicurezza, a quanti
altri valori siamo disposti a rinunciare o a vedere diminuiti? Un problema
estremamente attuale e sul quale invito a un’attenta riflessione.
La comprensione dei
valori, siano a noi concordi o in antitesi, ci permette di capire meglio le
motivazioni degli altri esseri umani, e quindi di poter comprende ciò che li
muove. Ma oltre a questo, possiamo immedesimarci con personaggi televisivi
fittizi o con gli eroi dell’epica classica. La comprensione dei valori ci
permette di immedesimarci in un determinato ambiente e di poter effettuare
delle riflessioni sul: “cosa avrei fatto io al suo posto”?
Chi si rifiuta di
comprendere quei valori a lui ‘antipatici’, rischia di cadere nell’intolleranza
verso quanto ritiene falso, perverso e deviato.
A termine della
riflessione, dunque, c’è l’apertura mentale verso quello che ci circonda; si
tratta di effettuare uno sforzo per comprendere la realtà che va oltre il
giardino di casa.
Vi invito a informarvi e
a crearvi una vostra opinione al riguardo.
Frank
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