martedì 17 maggio 2016

La virtù della Morale

Sul giornale “Domenica” della settimana scorsa, leggevo un articolo particolarmente interessante e che vorrei condividere. L’autore Andrea Carandini identifica alcuni valori universali comunemente accettati e condivisi: la libertà, la pace, la felicità, la giustizia, l’amore, la creatività. Questi valore sono accettati da tutti. È comune distinguere il bene dal male, perseguire i bisogni basilari (cibo, riparo, sicurezza, appartenenza a un gruppo), raggiungere un minimo di libertà e sviluppo delle proprie potenzialità.
Alcuni intellettuali dei secoli scorsi hanno ipotizzato che i suddetti valori siano innati nell’uomo, il quale è naturalmente portato a identificarli e a capirne la giustezza. Secondo altri pensatori, invece, questi valori sarebbero la conseguenza dello sviluppo culturale e dell’evoluzione.
Ma la questione sollevata è l’esagerazione di una valore. Esagerandolo, rimane buono o diventa cattivo? Per quanto doloroso possa essere, bisogna accettare che alcuni valori possono entrare in contrasto, e quindi bisogna effettuare una scelta su quale dei due debba prevalere. È impossibile essere perfettamente liberi, perfettamente giusti, perfettamente uguali, e via discorrendo.
Ne consegue che l’attuazione di due valori antinomici può risultare drammatica. La soluzione può essere quella di concedere un uguale peso ai due valori entrati in conflitto, in modo che nessuno dei due prevalga sull’altro.
Altro dilemma è quello della gerarchizzazione dei valori. Non esistono valori più importanti e meno importanti, né sono in grado di essere misurati. Non c’è un valore migliore dell’altro o più importante. Per esempio: in nome della sicurezza, a quanti altri valori siamo disposti a rinunciare o a vedere diminuiti? Un problema estremamente attuale e sul quale invito a un’attenta riflessione.
La comprensione dei valori, siano a noi concordi o in antitesi, ci permette di capire meglio le motivazioni degli altri esseri umani, e quindi di poter comprende ciò che li muove. Ma oltre a questo, possiamo immedesimarci con personaggi televisivi fittizi o con gli eroi dell’epica classica. La comprensione dei valori ci permette di immedesimarci in un determinato ambiente e di poter effettuare delle riflessioni sul: “cosa avrei fatto io al suo posto”?
Chi si rifiuta di comprendere quei valori a lui ‘antipatici’, rischia di cadere nell’intolleranza verso quanto ritiene falso, perverso e deviato.
A termine della riflessione, dunque, c’è l’apertura mentale verso quello che ci circonda; si tratta di effettuare uno sforzo per comprendere la realtà che va oltre il giardino di casa.

Vi invito a informarvi e a crearvi una vostra opinione al riguardo.


Frank 

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