venerdì 13 maggio 2016

La giostra del potere

La democrazia nasce nell’antica Grecia, come tutti sappiamo, e significa letteralmente “potere del popolo”. La parola serve per indicare un’organizzazione politica nella quale il capo è nominato da una folla di cittadini adunati in assemblea. Ma già allora si manifestarono le limitazioni di questa forma di governo, giacché si chiedeva alla persone, in prevalenza povere, senza competenza e istruzione, di eleggere un capo che avrebbe comandato lo stato. Questo portò gli intellettuali greci a porre la democrazia insieme alle altre forme di governo “cattive” come l’oligarchia o la tirannide.
Aristotele la considerava come: “la democrazia è la migliore tra le cattive forme di governo”. Nonostante siano passati più di duemila anni, la sua idea di democrazia è ancora attuale e valida. Nel corso dei secoli si sono sperimentate molte forme di governo, che si rivelarono, chi in un modo o in un altro, fallimentari.
Il ventunesimo secolo la democrazia rappresentativa appare ovunque in crisi. La tendenza dei governanti a formare una casta privilegiata al di sopra dell’elettorato ne è la principale causa. In questo modo aumenta l’apatia dei cittadini, convinti che non possono cambiare il malcostume dal quale sono disgustati, perdendo così fiducia nel sistema; questo processo ha come logica conseguenza la diminuzione della partecipazione alle elezioni.
Tra le altre malattie che consumano la democrazia rappresentativa, vi è anche la nuova idea della personificazione della politica nella figura del capo. Esso è una figura che ammalia l’elettorato con parole semplici e drammatiche atte a sottolineare come la loro opinione, e preferenza, determinerà la salvezza dello stato. Una volta eletto, il capo si sente investi di un potere conferitogli direttamente dal ‘popolo sovrano’.
Si parla dunque di una democrazia recitativa, in cui il capo vede aumentare il proprio potere e la folla si riduce sempre più a una massa plaudente senza alcun potere decisionale. Questa democrazia non elimina le libere elezioni; le rende semplicemente irrilevanti per la politica del capo dopo l’elezione al governo. La caratteristica è la volontà dei governanti di mantenere la condizione apatica dell’elettorato, di trasformarla nelle famiglie perfette degli spot pubblicitari: gioiosa ma comunque servile e incapace di rendersi conto di non avere più nessun peso politico.
"La democrazia è il governo del popolo, dal popolo, per il popolo"
 Abraham Lincoln




Vi invito a informarvi sull’argomento trattato e di farvi un’opinione personale.


Frank  

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