La
democrazia nasce nell’antica Grecia, come tutti sappiamo, e significa
letteralmente “potere del popolo”. La parola serve per indicare un’organizzazione
politica nella quale il capo è nominato da una folla di cittadini adunati in assemblea.
Ma già allora si manifestarono le limitazioni di questa forma di governo,
giacché si chiedeva alla persone, in prevalenza povere, senza competenza e
istruzione, di eleggere un capo che avrebbe comandato lo stato. Questo portò
gli intellettuali greci a porre la democrazia insieme alle altre forme di
governo “cattive” come l’oligarchia o la tirannide.
Il
ventunesimo secolo la democrazia rappresentativa appare ovunque in crisi. La
tendenza dei governanti a formare una casta privilegiata al di sopra dell’elettorato
ne è la principale causa. In questo modo aumenta l’apatia dei cittadini,
convinti che non possono cambiare il malcostume dal quale sono disgustati,
perdendo così fiducia nel sistema; questo processo ha come logica conseguenza
la diminuzione della partecipazione alle elezioni.
Si
parla dunque di una democrazia recitativa, in cui il capo vede aumentare il
proprio potere e la folla si riduce sempre più a una massa plaudente senza
alcun potere decisionale. Questa democrazia non elimina le libere elezioni; le
rende semplicemente irrilevanti per la politica del capo dopo l’elezione al
governo. La caratteristica è la volontà dei governanti di mantenere la
condizione apatica dell’elettorato, di trasformarla nelle famiglie perfette
degli spot pubblicitari: gioiosa ma comunque servile e incapace di rendersi
conto di non avere più nessun peso politico.
"La democrazia è il governo del popolo, dal popolo, per il popolo"
Abraham Lincoln
Vi
invito a informarvi sull’argomento trattato e di farvi un’opinione personale.
Frank
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