sabato 27 febbraio 2016

Fiducia

Se perdi la fiducia negli altri, ti rifugi in te stesso
ascolti di più il tuo istinto e quella vocina consigliera.
Ma se perdi anche questa fiducia, allora dove vai?
Ma certo, la Fede. La grande risposta a ogni problema.
In verità, però, un problema c'è.
La Fede non si compra all'etto dal macellaio: o ce l'hai o non ce l'hai.
E se non ce l'hai? Quale rifugio ti rimane?

venerdì 26 febbraio 2016

"Carta?" "Sto'!"

Il primo errore è stato respirare. L'inizio di una dipendenza cui è difficile dire no.
Gli errori si capiscono dopo che li si è commessi, perciò è nella loro natura essere dei gran figli di puttana. Errori compiuti sotto gli occhi di spettatori taciturni e condiscendenti, che nascondo la loro ignavia e pigrizia dietro una maschera di finto rispetto. Magari, semplicemente, non gli importa.
Il secondo errore è stato dare retta a quel consiglio maledetto che nessuno segue mai: sii te stesso. Nessuno vuole che l'altro sia se stesso. Onestamente, dal prossimo non ci aspettiamo che sia se stesso, abbiamo delle maschere e degli archetipi da rispettare e perciò non possiamo uscire dal copione.
Inutile continuare a dirci cazzate.
Il terzo errore... mmm... come solito mi manca il terzo punto.

FiR

mercoledì 17 febbraio 2016

La violenza dell'uomo è negare la sua natura violenta

Non possiamo sfuggire a questa verità. Per quanto uno dica, l'uomo è un animale violento. Possiamo reprimere la rabbia ma non la possiamo eliminare. Bisogna sfogarsi e liberare la bestia. Aprire la valvola di sfogo di tanto in tanto.
Alcuni ci riescono facendo sport; altri guardando lo sport; altri ancora osservando la sofferenza altrui. E poi ci sono quelli che, accumula accumula, esplodono improvvisamente e con violenza.

Possiamo illuderci quanto vogliamo, ma dobbiamo essere quello che siamo. Sfogatevi sempre in maniera adeguata e non aspettate di esplodere, per poi colpire chiunque vi sia vicino in quel momento.

Usate saggiamente la rabbia che avete.

FiR

lunedì 15 febbraio 2016

Fortunato

Certa gente è nata con il posto in mano
La vita già programmata
Non importa se è inadeguato
Se la sono guadagnata

Ma non me, non me
Non sono un figlio di un senatore
Non me, non me
Non sono tra quei fortunati, no, no

Certa gente è nata con la camicia
Credono che tutto gli sia dovuto
E se la legge gliela porta via
Sembrano un dio caduto

Ma non io, non io
Non sono figlio di un milionario
Non io, non io
Non sono tra quei fortunati, no, no

Certa gente è nata con sogni e ambiziosi
Pensando con la propria testa
Sono questi i più pericolosi
La frustrazione è la ricompensa

Sono io, sono io
Sono uno di quei bastardi
Sono io, sono io

Non riuscirai a cambiarmi, no, no


Fonte d'ispirazione "Fortunate son" dei Creedence Clearwater Revival

FiR

mercoledì 10 febbraio 2016

Una vita ordinaria

Il bello della vita ordinaria è che hai delle certezze. Un lavoro. Una famiglia. Una religione. Una squadra da tifare. Tutto molto semplice. Tutto molto NOIOSO.
A questa monotonia preferisco l'incertezza, la difficoltà da superare, la conquista e l'abbandono. Non voglio vivere come un tassello di un puzzle che, tranquillo e senza prospettive, sta' nel suo spazio felice nella sua piccolezza.
Preferisco l'infelicità dell'ignoto, del casuale e del probabile. La prova da superare. La gioia della vittoria e la tristezza della sconfitta. Amo l'ignoto perché permette di vivere. La conformità è la fine della vita. Ogni giorno la stessa canzone da cantare e ricantare facendo assomigliare le giornate con le giornate, i mesi con i mesi, gli anni con gli anni.
Questa vita non la voglio, e Dio me ne scampi se mai la vorrò!

FiR

martedì 9 febbraio 2016

Il ritardo non sarà perdonato

La migliore cosa che possiamo fare per il prossimo è donargli il nostro tempo. Come? Stando insieme, ovvio. Ma non si pensa quasi mai al fatto che quando ci si da' un appuntamento mettiamo in gioco il nostro tempo.
Poniamo come esempio che Aldo e Sara si siano dati appuntamento alle 18 per un aperitivo. Aldo arriva è nel bar alle 18 in punto, ma non c'è nessuna traccia di Sara. Non resta altro che aspettare.
La ragazza si presenta alle 18.20 giustificandosi con un "mi stavo facendo la doccia". Se non trovi nulla di sbagliato in questo esempio, vuol dire che sei un ritardatario.
Infatti il nostro Aldo ha buttato, letteralmente, venti minuti che avrebbe potuto impiegare in altro modo. Sara avrebbe potuto avvertire Aldo che avrebbe fatto tardi poiché doveva farsi la doccia.
Quando si ha un appuntamento è buona educazione, e soprattutto una forma di rispetto, non arrivare tardi o in anticipo. Ebbene sì, anche arrivare troppo in anticipo è una forma di maleducazione. Se avete concordato un certo orario, un motivo ci sarà!

Il tempo non ce lo restituisce nessuno, perciò usate al meglio ogni secondo.

FiR

venerdì 5 febbraio 2016

È tempo di prendersi del tempo

La riflessione non è un lusso per pochi, ma in pochi la usano prendendo come scusa la mancanza di tempo. Oggigiorno non si ha più il tempo per fare nulla. Caos, velocità, stress, sono solo alcuni dei mali che inaridiscono la nostra mente limitandoci il Tempo. Ma è davvero così? Nell'arco di 24 ore, davvero non riusciamo a trovare 10 minuti per riflettere sulle cose?
In effetti a cosa serve pensare se c'è chi lo fa benissimo al posto tuo. Perché pensare alla morale se possiamo affidarci alla religione? Perché pensare al benessere del prossimo se a questo pensa la società? Perché pensare ai propri sogni quando puoi emulare qualcun'altro che li ha realizzati? Perché pensare all'etica quando basta seguire quello che dicono i media? Perché pensare?
Perché il pensiero è difficile, e a noi le cose difficili non piacciono. 
Il pensiero innalza a livello di animali superiori, ma sono davvero inferiori le formiche nei loro formicai o le api negli alveari? Un esame di coscienza vi fornirà la soluzione.
Sei un animale pensante o un brava formichina del sistema?

FiR

martedì 2 febbraio 2016

Non giudicare il libro dalla copertina

Chi non sa leggere si affida solo alla copertina, l'occhio catturato dall'artificiosità della bellezza effimera.
Chi, al contrario, sa leggere, non rimane immune dal suo fascino superficiale e finisce per non importargli più del contenuto.
Solo pochi vengono attirati dalla copertina ma non si lasciano ingannare; sfogliano le pagine scarabocchiate e infine decidono di abbandonarsi alla storia.
Sono rari i casi in cui si è attirati da una copertina malandata. Ci si avvicina con riverenza, si apre con cura spaventati dalla sua fragilità per poi abbandonarsi completamente a esso.
Importante è avere una buona copertina che attiri il lettore, ma lo è molto di più avere un buon contenuto che lo lasci attaccato alle pagine.

FiR
 

lunedì 1 febbraio 2016

I tre baci

Giovedì scorso sono andato a teatro a vedere la commedia di Oscar Wilde L’importanza di chiamarsi Earnest.
Per essere uno scarso frequentatore di teatro, sono rimasto colpito dalle emozioni che si provano nel vedere attori che recitano a pochi passi da te. Sembra un’ovvietà, ma davvero la mia esperienza teatrale è così povera. Indiscutibile è stata la bravura degli interpreti che sono riusciti a trasportarmi nella storia, così da diventarne parte.
Voglio riportare un passaggio della commedia che mi ha colpito particolarmente. Sulla scena si sono appena formate due coppie: Algernon con Cecily e Jack con Gwendolen.
Parte la musica a sovrastare i dialoghi. Non servono più parole. I neo fidanzati iniziano a baciarsi con passione. Poi avviene uno scambio. Cecily inizia a baciare Jack e Gwendolen Algernon.
“Interessante” pensai. Ma non era finita. Le labbra si staccano e i due uomini si avvicinano, così come le due donne, e si baciano ancora.
“Fantastico” fu il pensiero che esplose nella mia testa. Non so se sia nell’opera di Wilde o sia una rivisitazione, ma questa dimostrazione d’amore così spontanea e semplice si combina in modo perfetto con il Family Day.
Credo che ogni essere umano abbia il diritto di vivere l’amore con chi vuole e di potersi creare una famiglia. Un bambino ha bisogno d’amore. E se questo dovesse provenire da due uomini o due donne, ben venga. Liberiamoci da queste catene che vogliono la famiglia composta da un padre e una madre. Liberiamoci dalle catene che la chiesa ci ha forgiato secoli fa ancora portiamo fieramente al collo chiamandola tradizione.
Liberi di essere. Liberi di vivere. Liberi di amare.

FiR