giovedì 25 febbraio 2021

Bene e Male


Parto dall'assunto, non mio, che ogni uomo cresce in base all'ambiente in cui vive, al gruppo sociale a cui appartiene, al reddito che possiede. I tre macro fattori sono poi divisibili in molte aree che vanno a plasmare l'individuo, in alcuni casi senza che esso se ne accorga neppure. Quindi è lecito supporre che l'idea di Bene e Male sia relativa alla cultura del soggetto: ad esempio poniamo la sacralità di certi animali in determinati Paesi del mondo o alla differenza di opinione rispetto all'emigrazione. Tali esempi possono facilmente far capire come il Bene di qualcuno potrebbe non essere considerato come tale da qualcun altro. Non in secondo piano abbiamo lo Spazio e il Tempo in cui il soggetto vive. Le diverse culture sono  organismi viventi che mutano ed evolvono. Ciò che era Bene nel passato può essere considerato come male nel presente (ad esempio la schiavitù). 


Ma se tutto è relativo ai fattori precedentemente citati, esiste un Bene e un Male assoluto? Che sia uguale per tutte le culture, che non dipenda dal tempo o dallo spazio, che vada oltre le ricchezze materiali? Molti filosofi e teologi tirando dicono di sì: Dio. L'uomo è imperfetto ma può trarre ispirazione dalla perfezione divina per agire al meglio delle sue possibilità. Dall'altra parte c'è il Male assoluto, il Diavolo (o Entità malvagia per eccellenza), al quale sono da ricondurre i comportamenti errati degli uomini. Troppo comodo.

Personalmente sono di un'altra filosofia. L'uomo è dotato di ragione e con essa individua dei concetti morali universali, che poi si traducono spesso in dogmi da testo sacro. Non uccidere evidenzia il valore della vita e lo troviamo in tutte le culture. Da sempre l'omicidio è una cosa sbagliata, nel corso del tempo cambia la punizione in seguito ad esso e non la sua concezione negativa. Amare e rispettare il prossimo va di pari passo e non troviamo culture che incitano alla violenza di un membro della società contro un altro. 

Dr. Jekyll e Mr. Hyde, due parti di un solo essere

Queste ed altre regole morali si possono insegnare tramite la filosofia e il fare filosofia. Si capisce cosa è giusto e sbagliato senza per forza trovarlo codificato in forma di legge sacra o umana. Ricordiamo che per legge, durante l'orrore nazista, era da buon cittadino consegnare un essere umano di fede giudaica mentre nasconderlo era un crimine. Oppure come fosse giustificato e auspicato l'omicidio dei Saraceni durante la Prima crociata. 

Luce/Bene contro Oscurità/Male

Ancora, sapere cosa è Bene e cosa è Male ci fa vedere la realtà con occhi nuovi. I nostri egoismi lasciano lo spazio a una visione d'insieme poiché di sicuro il mio bene non può essere quello di tutti gli altri. Possiamo davvero essere persone migliori, basta usare ciò che ci contraddistingue (la Ragione) per il Bene.

mercoledì 17 febbraio 2021

La trave nell'occhio

 A quanti è capitato di parlare con un ritardatario e sentirgli dire: "quanto mi da fastidio chi fa tardi". Ancora, quante volte una persona viscida e doppiogiochista vi ha detto: "quanto non sopporto le persone false". Di nuovo, quante volte una persona libertina vi ha raccomandato: "quel tipo/quella tipa va con chiunque, come si può essere così superficiali?".

Nella grande maggioranza dei casi non analizziamo a fondo noi stessi, tranne quando siamo particolarmente tristi o è un periodo no. Se lo facessimo dovremmo andare a sbattere contro delle parti di noi, personalità, che detestiamo. Ora, tali personaggi non si possono uccidere per cui è necessario accettarli e ascoltare ciò che hanno da dire. Ma se queste parti non le vogliamo, le odiamo perché rappresentano le debolezze e insicurezze, come si fa ad ascoltare? Ci vuole una grande forza d'animo, ma più spesso non si ascoltano. Si seppelliscono e si nascondono come la polvere sotto il tappeto. Però ci sono, non vanno da nessuna parte. Ed ecco che fuoriescono quando quei difetti li cogliamo nell'altro. Allora sì che possiamo criticarli e sputare tutto l'odio che abbiamo dentro; odio che altrimenti dovremmo riversare su di noi e metabolizzarlo, sarebbe come mangiare il proprio vomito. 

Allora ce la prendiamo con i difetti altrui senza renderci conto che essi stessi sono presenti in noi e che, a volte, ci caratterizzano. Per cui una persona che odia gli indecisi sarà un indeciso, chi detesta i falsi sarà il primo a parlare dietro le spalle, chi odia precisini sarà egli stesso il primo a puntualizzare, e così via.

Cerchiamo di pensare di più a come migliorare piuttosto che vomitare sentenze sul prossimo. 


sabato 13 febbraio 2021

Credo ma non pratico

 Sono cattolico e non praticante. Cosa significa questa frase? L'essere cattolico ti inserisce in un gruppo cultuale distinto, con i suoi rituali, preghiere e credenze. Non praticante significa che non applichi nella pratica ciò che professi con la fede, o la parola se vogliamo. Non vi sembra un controsenso? A me sì. Ma provare a snocciolare questo "non praticante".

    Potrebbe significare che la fede c'è ma i rituali pratici, come la messa, l'eucarestia, i sacramenti, il rispetto delle regole religiose in genere non sono rispettati. Ogni fede ha la sua manifestazione sensibile, fosse anche solo portare il crocifisso addosso, ad esempio. Ma non seguire le regole che la stessa religione impone, non è come violare un patto sacro con Dio? Considerando che molte di queste regole sono state messe dalla Chiesa, fatta notoriamente da uomini, direi di no. Perciò saltare una messa o una preghiera non fa di te un cattivo cristiano.

Non praticante potrebbe stare a indicare la violazione dei 10 comandamenti. Qui la questione si fa più complessa. I comandamenti non li hanno messi gli uomini ma sono stati dettati da Dio a Mosè, quindi è letteralmente la Parola Divina. Se credi in Dio non puoi infrangere i 10 comandamenti, o almeno prova a non infrangerli: considerando che la bestemmia è offendere letteralmente Dio, spero per molti che non se la prenda sul personale altrimenti ci vuole un Inferno più grande. Siamo umani, e tali restiamo per tutta la vita nonostante i percorsi ascetici che intraprendiamo. I comandamenti sono delle norme civili che occorrevano al popolo giudeo dopo la liberazione dalla schiavitù. Quindi mettiamo che una possibilità del 50% che tu sia un cattivo cristiano perché in duemila e anni le cose cambiano.

Charlton Heston è Mosè ne 'I dieci comandamenti'

Se per non praticante intendi 'colui che viola i precetti di Gesù' allora ho delle brutte notizie per te. Gesù è stato molto chiaro e il suo messaggio, giunto a noi con i vangeli, non può essere frainteso:  porgi l'altra guancia; chi è senza peccato scagli la prima pietra; se combatti con una spada, sarai ucciso da una spada; se non ami il fratello che vedi, come puoi amare Dio che non vedi?. Ma soprattutto: 

"Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro" (Luca 6,31)

"Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri" (Giovanni 13,34)

Non sono un credente, ma ammiro immensamente la filosofia di Gesù. E seguirla come filosofia significa accettare la propria condizione umana e tentare, nonostante la propria fallacia, di arrivare alla perfezione del maestro. Vedo molti sedicenti fedeli che giustificano le loro azioni con la propria umanità e, come scusa rafforzante, dicono: " lui era Gesù", come se fosse inutile seguire il suo esempio perché irraggiungibile. Se per non praticante, dunque, si intende non provare neanche a seguire la strada che Gesù, il Salvatore, ha indicato allora, con un pizzico di onestà intellettuale, puoi anche smettere di dirti cattolico. 

Ricostruzione del volto di Gesù dell'artista olandese Bas Uterwijk 

Si deve tendere al meglio, altrimenti a che servono gli esempi?



lunedì 1 febbraio 2021

Il paradosso dell'uomo forte

 Con uomo forte, in Italia, s'intende quella persona politica che agisce in barba a tutto e tutti. In effetti viene dubbio se effettivamente pensi prima di fare.
Sempre in Italia, identifichiamo l'uomo forte per eccellenza nel Duce, il dittatore italiano della prima metà del '900 leader del fascismo. Perché pensando all'uomo forte ci si immagina lui non saprei proprio. Forse per il suo modo di parlare ai comizi, così altezzoso e ricercato, come se facesse teatro e non politica. Oppure per la propaganda che ne elogiava le virtù, fisiche e intellettuali, e lo ritraeva sempre in azioni esemplari e significative.

Uomini forti dal mondo

Ma cosa ha significato l'uomo forte al potere per la popolazione? Chi aderiva all'idea dominante, rappresentata dall'uomo forte, era privilegiato, mentre chi non aderiva era sottomesso. Passatemi i termini ma nulla mi toglie il pensiero che se qualcuno ha il diritto di entrare a casa tua, minacciare la tua famiglia e rubare impunito sia un privilegiato e l'altro un sottomesso. Per cui crescevano le disuguaglianze e l'odio tra le due parti; odio che ha preso corpo con la caduta del fascismo. Alla fine abbiamo una popolazione divisa, dove una parte ha subito i torti dell'altra. Una popolazione che doveva essere ricucita in qualche modo. Non approfondirò oltre perché uscirei dal tema.
Da sinistra: Benito Mussolini, Josif Stalin Adolf Hitler

L'uomo forte non porta benefici ma divisioni tra la popolazione che si trova costretta a scegliere da che parte stare. Ma allora dobbiamo avere per forza dei mollaccioni? No. Esistono uomini, e soprattutto donne, decise che sanno quello che vogliono e come raggiungerlo. Votazioni, elezioni, persuasioni, compromessi, accordi, rinunce sono tutti ingredienti necessari a fare un politico determinato. L'uomo forte, tipico del secolo scorso, ha mostrato come instaurare un regime, obbligare la popolazione a scegliere da che parte stare, eliminare le opposizioni non porta a benefici a lungo termine. Il dialogo tra le parti, la collaborazione sincera tra opposizioni, l'agire per il bene comune sono le eredità che hanno lasciato le dittature degli uomini forti.

Parlamento europeo