In un tempo non molto lontano, in cui tutti eravamo di corsa, ci lamentavamo delle passioni che non potevamo seguire perché "non ho tempo".
Poi è arrivato il Covid-19 a rallentarci, a farci prendere una pausa dallo stresso della vita "normale". Chiusi in casa abbiamo ritrovato molte passioni dimenticate, accantonate, rinunciate.
Il tempo così trascorso dovrebbe essere stato felice, pieno di nostalgia. E invece la frase più ricorrente è: "ho passato il tempo".
Ma è davvero saggio passare il tempo? Ci lamentiamo che non ne abbiamo mai a sufficienza, e quando lo abbiamo lo "passiamo"?!
Ora, so che è un modo di dire infelice, ma sottintende che il significato di "faccio quell'azione giusto per passare il tempo e non perché ne provo piacere". Per intenderci: vedo un film perché ne ho voglia è un conto, non so che fare stasera per cui vedo un film è un altro.
Nell'esempio, di cui se ne possono fare quanti ne volete, cambia l'intenzione. Nel primo caso ho l'intenzione di vedere un film che penso mi farà piacere, mentre nell'altro occupo un tempo libero, inutile, con un film.
Il messaggio che vorrei trasmettere è: fate qualsiasi cosa vi renda felici, ricavatevi del tempo per farla, siate consapevoli e "usate il tempo" che avete.
D'ora in poi proviamo a sostituire l'odioso "ho passo il tempo" con un più positivo "ho usato il tempo".
"Vive in dies et horas; nam proprium est nihil."
Vivi giorno per giorno, ora per ora. Nulla ti appartiene.
(Dall’epitaffio di Prima Pompea)
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